Risultati III Edizione Premio Artistico-letterario Internazionale Antonio Proviero
Sezione A
- 1. Livorno, agosto 2007 di Giuseppe Salvatore Per il sentimento con cui è stato trattato il delicato tema, nel contempo drammatico, dell’alterità culturale.
- 2. Depressione di Giacomo Flussi Cattani Pensiero e poesia si fondono ed il lettore penetra nell’atmosfera di uno dei mali del nuovo millennio: la depressione, questa poesia si trasforma in un messaggio forte e preciso, tanto è universale e di semplice comprensione il linguaggio. Rimane chiuso il diagramma psichico del poeta denso di emozioni e percezioni del male, quando consapevolmente ambisce alla vita nel finale.
- 3. Futuro di Daniel Skatar L’autore utilizza le parole come tessere di un mosaico, la cui sinopia rimane visibile al lettore. La poesia si fa titolo di se stessa deformando la struttura stilistica senza per questo perdere di efficacia e di bellezza.
- Menzione speciale. Il coniglio rosa di Rodolfo Vettorello Per la semplicità nell’affrontare il tema complesso qual è quello degli abusi sui minori, sovente consumati in ambienti familiari; un dramma ancora molto sommerso nella nostra società.
Sezione B
- 1. Povaru Dante di Ferruccio Greco Fotografia ironica, veritiera e anche rassegnata dell’amara situazione in cui versa la lingua italiana, violentata e traviata dall’invasione barbarica dell’inglese. Un viaggio attraverso un nuovo linguaggio che mortifica la nostra cultura e la nostra storia.
- 2. Dui di nuantri di Giuseppe Bellanca Una costante nella recente storia del nostro paese. Giovani figli che muoiono in terra straniera dilaniati da guerre ed ipocrisie, circondati da lacrime sincere e da dolori autentici. Due vite che vanno via accompagnate da fiori istituzionali e poggiate in futuri privi di speranza.
- 3. ‘nu scugnuzzu niru di Nino Cesarano Quasi una preghiera, una dolce invocazione, lanciata da uno dei tantissimi ragazzi di strada che vive la ghettizzazione nell’emarginazione essendo oltretutto anche di colore. Un’appassionata richiesta d’amore che prescinde dalla concretezza di una vita difficile.
- Menzione speciale. ‘Na vicchiaredda di Antonio Scarpone Ritratto surreale e immaginifico di una generazione lontana nel tempo e raffigurata da una signora vecchia e discreta, lontana dal vociare delle sue vicine di casa e intenta solo ad ammirare il mondo dall’alto della sua piccola sedia posta sulla strada. Una vita spesa in attesa di andare in Paradiso.
Sezione C
- 1. Nemico Invisibile di Apuzzo Cristina Per la narrazione intensa, emozionante, sincera e matura, sia nelle scelte stilistiche che in quelle lessicali.
- 2. Ink Dream di Didì Massabò Accanto ad un racconto leggero, la percezione di un messaggio che si coglie tra le righe: ogni evento ha la dignità di essere ricordato, attraverso il linguaggio onirico della virtualità che ha il coraggio di farsi realtà.
- 3. Aria di Marida De Maria Le parole come aria che respiriamo lentamente e che ci accolgono all’interno di plurimi significati. Il lettore fa parte della storia, corre con le immagini, attraversa i luoghi. Dopo la lettura cerca ancora di afferrare la protagonista che, da non umana, diventa aria.
- M.S. Percorsi di Stefania Bartucci Il vero protagonista del racconto è il tempo, un tempo che scorre e che ritorna, il tempo dei ricordi e della memoria, il tempo di Matteo e il tempo di Alice, quindi il tempo di ognuno di noi.
Sezione D
- 1. Trasporto animali vivi di Brunella Trifilio E’ l’impegno civile l’elemento vincente di questo romanzo ambientato nella Calabria del 2020. Pagine crude di realtà inconciliabili che solo l’abile penna dell’autrice fa incontrare. L’incoscienza di due ragazzi, Annachiara e Abel, riesce a vincere sull’ingiustizia. E’ il potere della scrittura che sceglie da che parte stare.
- 2. Il magico mondo di Honn di Paolo Lanzotti Personale contributo dell’autore alla letteratura fantascientifica; in una vecchia abitazione la “strega degli alberi secchi” dona a Marco, il protagonista, una scatola contenente un video gioco. Giunto a casa Marco inizia a giocare, il tutto è verosimile, e il ragazzo si ritrova in un nuovo mondo, nel “Magico Mondo di Honn”, dove tutto ha un significato da comprendere. Lontano dalla realtà dove la malvagità e l’isolamento lo angosciano; Marco si rifugia in un gioco alla conquista delle pietre verdi affrontando le proprie paure, arricchendo le proprie conoscenze e soprattutto comprendendo se stesso.
- 3. Per i viali senza via di Santino Mirabella Un tour in un cimitero. Un’idea assolutamente geniale ed originale che diventa poesia e divertimento se affrontato con la giusta leggerezza e la giusta predisposizione d’animo. L’autore mira a sfiorare l’insfiorabile e ci riesce benissimo senza oltrepassare la sacralità della morte e tratteggiando piccoli ritratti che invitano alla curiosità, più che al dovuto rispetto dei defunti.
- M.S. a scuola …di cuore di Bisignai – Marelli E’ una favola per adulti e bambini. La didattica del cuore. Non è elegia dei sentimenti, ma un racconto che insegna a tutelare la nostra salute. Ambientato in un paese come il mio, come il tuo- sottolinea l’autore – perché quando il cuore rallenta i battiti lo fa allo stesso modo in tutti i luoghi del mondo. E’ utile dunque ascoltare la voce narrante di Giovannino e Dimitri, protagonisti di una storia universale, perché universale è il dolore.
Sezione E
- 1. Malania Calabrese Per la sensibilità verso il paesaggio, spesso punto di riferimento fondamentale per coloro che si cimentano con la macchina fotografica. Interessante risulta l’equilibrio per la composizione dell’immagine.
- 2. Greta Gencarelli Per l’attenzione alla ricerca del particolare di carattere naturalistico; il fotogramma rivela una buona tecnica di utilizzo del macro.
- 3. Ylenia Stefanizzi Per l’attenzione alle tipologie costruttive di estrazione popolare, rappresentative di una cultura contadina e agropastorale tipica dell’area silana e presilana.
- M.S. Elena Bisignani Semplice ma sempre molto efficace la riproduzione fotografica di elementi naturali. Buona ed equilibrata la composizione del fotogramma che rivela una porzione di azzurro cielo incorniciato dalle fronte degl’alberi che plasmano un romantico cuore.
Premi speciali
- Giovanni Sole: Per le sue ricerche costanti e gli studi circostanziati che lo hanno portato a socializzare i risultati del suo lavoro in un ampio apparato bibliografico e filmografico di carattere storico-antropologico.
- Francesco Caravetta: Riconquista tradizioni popolari e storia, offrendo uno spaccato polisemico della società alla fine del XVIII secolo. Riconosciamo all’autore la duplice veste del narratore e dello studioso: la creatività del narrare è suffragata dalla minuziosa e originale ricerca storiografica; il linguaggio adottato, di esemplare impatto emotivo, ci approssima ai singoli personaggi e alla coralità degli eventi. Particolarmente coinvolgente e suggestivo il ravvisare sembianze e dialoghi come appartenenti ad una cultura reale e definita, sapore senza tempo che torna a fare parte di noi, lettori e protagonisti. È facile per chi legge, stare dentro alle pagine, ed è quello che chiediamo ad un libro che voglia essere portatore di un messaggio efficace. Tra le righe de “La parte sbagliata?”, appaiono i fotogrammi di un mondo letterario che portano alla luce echi veristi e naturalistici, fuori dagli schemi limitati e senz’aria del provincialismo erudito incapace di superare i confini regionali; il romanzo si inserisce invece nell’ambito di quella cultura letteraria europea che privilegia una visione socio-storica degli eventi, attraverso l’uso di un codice raffinato e nello stesso tempo divulgativo. Il lettore entra nelle pieghe del sentire, l’incalzare della narrazione lo avvolge e, alla fine della lettura, lo spaccato che l’autore lascia emergere non è più solo legato ai luoghi della narrazione e ai tempi degli eventi, ma piuttosto diventa il segnale di una conoscenza aperta a nuove acquisizioni. La Giuria del Premio ha inteso riconoscere al lavoro di Franco Caravetta, in particolare a questo romanzo significativo, una forte valenza propositiva per il rilancio di temi che dal particolare portano alla comprensione di questioni più ampie e rivelatrici, dove, la compenetrazione di storie è solo apparentemente legata ai luoghi, ma più diffusamente si profila come specchio di un momento storico di ampiezza universale.
- Anselmo Fata: Ogni tanto è giusto premiare un’idea. Ogni tanto è giusto dare un riconoscimento a chi, per il solo gusto di animare un mondo altrimenti monocorde, decide di esporsi e di suscitare dibattiti. Ogni tanto è giusto guardarci attorno e cercare di sottolineare quelle eccellenze che popolano il nostro universo. Per tutto questo abbiamo voluto assegnare il Premio Antonio Proviero 2010 al dr. Anselmo Fata, direttore e fondatore del più vecchio e prestigioso mensile della presila cosentina, vale a dire Presila Ottanta. Se un giornale resiste tutto questo tempo in un territorio come il nostro, nel quale la lettura non è propriamente un esercizio tra i più praticati, vuol dire che è costruito su basi solide che nulla potrà spazzare via. Se un giornale continua ad interessare, vuol dire che è in grado di rinnovarsi senza perdere mai le coordinate con le quali è nato. Se un giornale riesce ancora a stimolare, a sorprendere e a creare opinioni, allora vuol dire che è giusto resistere. Ma questo premio non è per Presila Ottanta, bensì per il suo direttore storico ed il suo fondatore, Anselmo Fata, mente tra le più elastiche e movimentate del nostro territorio. Quando nel 1983 decise di fondare questo mensile, aveva già rappresentato un segmento importante della vita politica di Spezzano Sila e di conseguenza dell’intera presila. Fu eletto sindaco del più importante centro del nostro comprensorio giovanissimo e la sua parabola politica non si esaurì quando sindaco non era più. Si evolse e cambiò forma: intuì che si può fare politica anche non ricoprendo nessuna carica istituzionale; che si può incidere sulla vita dei nostri paesi anche semplicemente esponendo idee, rinnovando linguaggi, usando parole comprensibili a tutti. Anselmo è stato tutto questo e la sua creatura, Presila Ottanta, ha rappresentato un pungolo ed un specchio per i politici della presila e della nostra regione. Ha rappresentato un volano attraverso il quale nuove idee prendevano slancio e nuovi pensieri venivano rapportati alla realtà. Presila Ottanta continua ad essere un viaggio nella nostra storia ed un ponte per il nostro futuro e nessun giornale è mai riuscito ad identificarsi così tanto nel suo Direttore come Presila continua a fare con Anselmo Fata. Stasera vogliamo premiare un uomo che tanto si è speso per questo territorio e che continua ad immaginarne uno diverso e migliore. Un uomo che continua a lottare usando un armi terribili e bellissime come le parole, le opinioni e lo spirito democratico che sempre hanno caratterizzato ogni sua azione. Un uomo che crede nelle esperienze degli altri solo se queste vengono messe al servizio della comunità. Anselmo Fata è riuscito a passare dalle copie dattiloscritte e ciclostilate dei primi anni 80 alle e-mail ed al digitale dei giorni nostri, senza perdere un briciolo della sua freschezza, del suo entusiasmo e della sua aderenza alla realtà. Questo perché le opinioni, le notizie ed i commenti che trovano spazio sul suo mensile diventano tali solo perché sono pubblicate su Presila Ottanta. Ha sempre aperto le porte a nuovi collaboratori aiutandoli a crescere e molti di quelli che stasera siedono a questo tavolo sono passati dalle pagine del suo giornale. Un giornale libero ed indipendente al pari della mente e del cuore del suo Direttore. Un uomo capace di resistere alle mode ed all’instabilità d’umore di questo territorio incomprensibile e sorprendente, bellissimo e tremendo, stimolante e poco reattivo. Un territorio reso migliore dai pensieri di Anselmo Fata e più completo da un giornale che sembra quasi un prolungamento mentale del suo Direttore. Ultimamente la realizzazione del mensile ha assunto per lui un valore affettivo ancora più grande e questo premio, nel suo piccolo, vuole essere uno stimolo per resistere e per continuare.
- Amalia Bruni: Per aver identificato la “nicastrina” proteina alla base del morbo di Alzheimer e combattere le forme precoci della malattia. Per aver portato la Calabria e il centro di Neurogenetica di Lamezia Terme all’attenzione della comunità scientifica internazionale.
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